Calamitosus est animus futuri anxius
(Seneca)

domenica 2 settembre 2012

Il vecchio e il mare- Ernest Hemingway

Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio ormai era decisamente e definitivamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un'altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa e la fiocina e la vela serrata all'albero. La vela era rattoppata con sacchi da farina e quand'era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne.


Era considerata una virtù non parlare se non in caso di necessità, sul mare.

Guardò il mare e capì fino a che punto era solo, adesso.

L'uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto, ma non può essere sconfitto.

La vita degli uccelli è più dura della nostra. [...] «Perché sono stati creati uccelli delicati e fini come queste rondini di mare se l'oceano può essere tanto crudele?»

4 commenti:

  1. Ho letto questo libro ai tempi del liceo...all'inizio non mi convinceva molto, ma alla fine ho lottato e creduto con il Vecchio per catturare quel grosso Marlin...
    Un caro saluto piccola sognatrice ^_^

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  2. ciao cristal!
    come sempre i tuoi post sono bellissimi =)
    un elfico e autunnale saluto

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Saper di esser letta è per me fonte di gioia!